martedì 3 novembre 2009

ASKATASUNA!

di zeta 38

INTRO

ha l’aria imbronciata di chi torna
e gli occhi stretti
per il poco sonno e il troppo fumo

chissà a che pensa
appoggiata così di schiena
nel corridoio del treno
gli sguardi distanti
e la mente più oltre

il paesaggio è cambiato
e non dice più niente
un nuovo viaggio è iniziato
e la porterà altrove

solo oggi ha capito
solo oggi ha compreso
solo oggi a novembre
ha trovato del sole

solo oggi si è accorta
che la svolta è vicina
si avvicina il giorno
in cui affrontare
(e svelare!)
il destino

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POESIA MILITANTE?

l’aderire fedelmente
ad un modello
mi sconcerta

dopo un po’
ne ho anche
piene le palle

ho subito voglia
di cambiare
espressione
lessico
e ritmo

non tanto per avvicinarmi
all’eloquenza logora
e debordante
dei poeti tromboni

ma per affermare
un po’ meglio

per fissare
in forma
più consapevole

l’astio giocoso
l’ironico disprezzo
per questo
Stato di Cose
(e di Cosa
Nostra)

c’è bisogno
ho bisogno
quindi
d’una poesia
engagée?

militante
???

la punteggiatura
del dubbio
perdonatemi
ma è essenziale

è partita
una nuova scommessa
una sfida
all’ortodossia militante

riuscirà
il nostro
anti-eroe
a non essere
pedante
e soprattutto
banale
?

* postilla di stile *

il dubbio
è l’unica cosa
legittima

la certezza
è un lusso
che non esiste

il punto di domanda
è l’unico simbolo
che l’individuo
coi piedi per terra
può permettersi
di ritenere
sensato

e correre
il rischio
di accettare
senza pensarci
troppo

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METROPOLI

odore di sangue rappreso
in vicoli bui di mattonelle in plexiglas
storie di un venerdì 17 fortunato
tra svago pensiero & impegno
e un’ormai cronica carenza di sonno
(in principio fu il Re Lucertola
e le sue dischiuse Porte della Percezione)

rinviare siffatti impegni già fissati
mandare affanculo burocrazie efficienti
e i loro tempi geologici
usare codesto livore agguerrito
per occupare spazi senza vincoli

accertarsi delle anime in scadenza di contratto
e premunirsi di strumenti metallici idonei
a scassinare templi di potentati economici
(Kapitale culo
e culo chi non lo dice)

storie d’ordinario rancore
pregasi sostituire meccanismi difettosi
si raccomanda comunque la massima puntualità
nell’utilizzo delle forze del Dis-Ordine
per la repressione di routine

come va il mondo?
i signori passeggeri sono pregati
di allacciare le cinture di sicurezza
e di abbandonare ogni speranza di salvezza al decollo
(viviamo nel migliore dei mondi possibili)

tomografie assiali computerizzate
sezioni trasversali di contenitori biologici
sonde spaziali alla deriva
birre panini coca caffè
si prega di riagganciare
il cliente da lei selezionato
è in via di dissoluzione

la fugace attesa di un granitico lume
che avvampi tutte le pareti
e che tolga imbarazzi
intervalli concordi
per valori discordi
(prendo in prestito quel che è
un tuo modo di dire)
fatti non foste a viver come bruti

[Nota Bene:
è uno sproloquiare denso di significati]

biglietti d’auguri con ricevuta di ritorno
pregasi inviare refrain per raccomandata
corredato da giullare tascabile
possibilmente fatto a pezzi e incellophanato
(con la cortesia di evitare la carta stagnola)
senza alcuno spazio di rimbalzo

vortice teso all’espansione
in tutto lo spazio disponibile
con un’attenzione spasmodica per le parole
fischia la futile farsa frondosa
che nasconde una stasi malaticcia
confida comunque in un appiglio d’umane speranze
virtù annebbiata da canti fatali & citazioni

causa cambiamento di sistema di riferimento
il guasto è insanabile
rivolgersi al proprio Buco Nero di fiducia
che declama in chiassosa compagnia
dell’inossidabile Sete di Profitto
e di Madonna Amara Disillusione
(così insegnano san francesco & i sette nani)

a tenere un tempo presto si comincia da soli
ma ci si aspetta sempre di venire spazzati via
da una Svolta Epocale
che normalmente si rivela più vana
di un Momento di Passaggio

ambizioni teoriche traslate
negli esperimenti di obiettivi a breve termine

vorrei un piano quinquennale dell’angoscia
100.000 euri in buoni ordinari del tesoro
ma risoluzione di conflitti MAI

né mai più riprenderò le fila del discorso
né la struttura narrativa
e così sia
in nomine Nostrae Dominae Vertiginis

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P.

forma d’espressione
logorata dall’uso

eppure
se presa per il verso giusto
può ancora dire qualcosa

a pochi o tanti
importa fino a un certo punto
(anche se sarebbe meglio
che toccasse i tanti)

in ogni caso
consola in maniera desolante
il deficit di comunicazione
delle forme non visive
(come si suol dire:
mal comune mezzo gaudio)

e tutto il resto
è putrida merdosa
cronaca quotidiana

cari amici telespettatori
approfittate dell’interruzione pubblicitaria
per andare a
vomitare in pace

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la fanciulla sul metrò
bella come solo gli incontri casuali
possono essere
è la ciliegina sulla torta
di una giornata insolitamente
leggera e positiva

in cui l’Africa sembra venirmi continuamente a cercare
in cui un incontro che sembrava casuale
si è rivelato una sottile amicizia da romanzo
in cui si arde per la stima
verso qualcuno che ha più di trent’anni
ed è riuscito a realizzare il suo sogno
facendo tutti i giorni ciò che ama

a vent’anni la vita è oltre il ponte

se paradossalmente morissi adesso
(perché a vent’anni la morte
è un pensiero remoto
e IMPENSABILE)
sarei soddisfatto
anche se incompleto

PERCIO’ NON POSSO MORIRE
per costruirmi un’esistenza
che solo ora comincia ad emergere
a delinearsi
nelle sue coordinate essenziali
ma è comunque
tutta in DIVENIRE
e in potenza

tutto il male avevamo di fronte
tutto il bene avevamo nel cuore

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ho voglia di sprecare allegramente
un po' d'energia elettrica
o un po' d'acqua

che sarà mai
tanto
vivo nel nord del mondo spensierato

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TATTICA & STRATEGIA

gli esami
e l’immaturità di fondo
non finiscono mai

ti vedo perplessa
e ti sembro più amaro

stare sulla difensiva
è diventata
strategia
più che
tattica

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il mondo pullula
di scribacchini senza autoironia

anch'io scrivo
è vero

ma almeno
ho altre illusioni per la testa

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NON SONO IMMAGINARIO!

il profumo dell’approccio
di solito svanisce
trafitto da ordinari
pensieri di sopravvivenza

l’insuccesso fa arrancare
(ma di più fa la solitudine)
e l’impossibilità di
(è già quasi un anno)
avere pensieri più forti
anche

l’inattività stanca
quasi come distruggere specchi

rimane il dilemma
(uno solo)
tra il qui e ora
e il domani e altrove

rifioriscono indisturbati
gli ormai ultimi
(e tragici)
sviluppi:
m’ero convinto d’esser tornato
uomo immaginario
ma così non sono

ripiomberò nella mia concretezza
priva di stimoli

tu dici?

se c’è una cosa
che vorrei in questo momento
è confondere le idee

un’ultima avvertenza:
mai credere a ciò che dice
un ex uomo immaginario…

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VOTO A SAN PIETRINO

in nome della tua
spigolosa solidità & compattezza
della tua Santa capacità
di infrangere ammaccare scalfire

o San Pietrino
Patrono dei resistenti

faccio oggi solennemente il voto
di non tagliarmi la barba
fino alla fine della farsa
che dal primo livello del parcheggio
mi farà accedere al secondo

Amen

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VIALE DELLE RIMEMBRANZE

un anno fa
mi salutavi a modo tuo
dopo un pomeriggio
d’amore felice
sul letto di tua madre
e una nottata
di folli giri in bici abusivi
finiti nella fontana di Piazza Castello

mi ricordo che partisti
per andare in capo al mondo
e da lì poi
non sei più ritornata

la ragazza che rividi
mesi dopo
aveva il tuo stesso identico
nome
e il tuo volto

ma un’altra lingua
altre idee
altri progetti
aveva

ti aspetto ancora
con le lacrime agli occhi
e so bene
che non tornerai mai

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PRIMO GIUGNO DUEMILACINQUE

la realtà acquista consistenza a tratti
e fruscia come la grafite sul foglio

non ho bisogno di slanci emotivi
né di altri logori
spunti narrativi

mi basto da solo
mi basta il quinquennio
d’idee e di cose appena trascorso

son succube delle mie ore di sonno
e delle mie occhiaie

communication addicted
dal gusto esigente
(e con una vaga tendenza
all’ermetismo autobiografico)

non esistono pause
non esistono nessi d’orgoglio

la parola basta a se stessa
oppure ricostruisce un mondo?

non è questo il problema
qui
adesso

l’importante è la regolarità del passo
almeno fino al tardogiugno

e più tardi s’improvviserà
ma stavolta con più rischio del solito

ben sapendo che le idee geniali
se tutto va bene
arrivano una volta all’anno

e io temo d’averne già avute
e di trovarmi cineasta sperduto a Locarno
senza festival in pieno inverno

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TRENTA GIUGNO DUEMILACINQUE

mi ritrovo già fuori

più immaturo del solito

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J. arriva
puntuale come la morte
sul suo calesse d’argento
trainato da aerei intercontinentali

ha lasciato tutto
persino un figlioletto
per questo opulento occidente
di bigmac-orrori

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più dolce ancora
del tuo sospiro
non trovo nulla
che mondi possa schiudermi

ma
l’estate finiva più nature
vent’anni fa
o giù di lì
e ci si accontenta sempre
in fondo

brucio
nel vuoto della tua
assenza
dolendomi delle tue
sopracciglia aggrottate
a gettar ombra
sul tuo fuoco di capelli

comprendi immagini
sospetti temi?

it’s one of my best summers
of ever…

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ELOGIO DELLA NOTTE

è Vito il vero
Artista
che usa gran parte della
notte
per dar vita
a chissà quali
Creazioni

e poi dorme
di giorno
incurante del vano
affaccendarsi
dei comuni mortali

anch’io
di tanto in tanto
mi fingo
artista
e scribacchio
insonne

più attento
ai geroglifici casuali
della mia grafia
che al senso complessivo
dei miei messaggi

in ogni caso
di notte
il re è nudo davvero
e l’immaginazione
per qualche ora
è al potere

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Visnu il Sezionatore
entra allucinato
in una caverna di visioni oppiacee
mentre il suo capo
rimbomba cavo
senza che nessuno
si prenda la briga di batterci contro

forse
il troppo relativismo
inquina le coscienze
e non c’è verso di stabilire
il reale equilibrio delle cose

in quelle stesse cose
si sbilanciano
carovane di impressioni
confuse nel tumulto
delle sensazioni sbigottite

in fondo
il concetto intorno a cui si gira
è lo stesso

la grafite
in differenti condizioni
di temperatura e pressione
diventa diamante

la spazzatura
può essere trasformata
in merce di scambio
in un mondo rovesciato
di suggestioni elettroniche e neocons

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ALLA LUNA

in questa notte post-atomica
anche la luna soffre
impotente
di fronte al ben noto mistero
della morte
mentre il suo cavaliere
si stupisce
del silenzio dell’uomo

l’uomo decide di stare a
sentire
e di non
parlare
schiacciato dal peso
di dolori troppo grandi
rispetto alla sua tranquilla
fottutissima
everyday life

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il viaggio disorienta
e porta nuove consapevolezze
“manchi di fisicità”

può darsi…

è vero
m’intimidisce il contatto mai tentato
ma non per questo
non sono sincero

e nonostante l’azzardo sbagliato
ci sto veramente sotto
la rivedo ogni volta che chiudo gli occhi
rievoco pose e situazioni

e mi do del cretino…

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lo schiacciasassi del turbocapitalismo
è partito già da una sessantina d’anni

tentiamo
almeno
di fermarlo

col rischio
di venire
stritolati

è chiaro

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MOMENTO NEGATIVO

non c’è santo
o rivoluzionario
che tenga

sono un fallito

un detrito
nella mia inettitudine assonnata

svagato
nei progetti generici
del dopo
mi perdo
sulle priorità
dell’ora

e nel frattempo
non combino
un emerito cazzo

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LA POETICA DEL MANICO DI PICCONE

*I*

in attesa della maturità

mi sento come se avessi
un manico di piccone
infilato nel culo

*II*

il manico di piccone
è scomodo
e difficile da sopportare

opprime

mi aspettano
ci aspettano
giorni e notti
di veglia astinenza insonnia stitichezza caldo caffè
e malesseri vari

ma la fine è poco oltre
e del resto non è che una tappa

*III*

la saggia Zoe

una che sa tutto della vita
basta guardare il suo nome

dispensa massime via SMS

e per un po'
giusto un attimo
l'attrito del manico di piccone
si fa meno aspro

e nella mia testa interpreto dirigo monto
film surrealisti
con grottesche trame d'ammoooore

*IV*

un arroccamento
critico-negativo
non giova

verissimo

ma consola

soprattutto quando
si sperimentano
dolorose delusioni
o scomodi
manici di piccone

*V*

il manico di piccone
non si fa vivo solo in determinate occasioni
in cui la tensione di avverte più del normale

il manico di piccone
è simile al montaliano male di vivere
solo molto meno poetico
e più fottutamente prosastico

il manico di piccone
non è solo angoscia tardo-adolescenziale
non solo inettitudine asfissiante
non solo prospettive inesistenti

il manico di piccone rimane e tace
sogghigna talvolta in modo da farsi sentire

ma il più delle volte è ritto e legnoso
non si avverte dolore
più che altro un graffiante fastidio
di cui si conosce la causa
ma di cui si ignora la soluzione

e in fin dei conti si tratta
di una causa troppo difficile da eliminare
al punto che spesso non si cerca nemmeno
un rimedio finale
o un temporaneo sollievo

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neanche Zoe
mi sopporta più
stasera

e ho anche
mezzo chilo di prugne secche
sullo stomaco

riesco solo
a piangermi addosso
rimembrando ancora
improbabili passati
e passate amanti

la verità è che
la brama procede

e io inseguo e inseguo
senza mai cavare
un cazzo di ragno
dal fottutissimo buco

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MARIO SPARA ANCORA

se mi vedessi da fuori
mostro una determinazione guerriera
da bi-erre

in realtà
non sono poi così sicuro di me

mi sento
un inconsapevole strumento
in mano altrui

ho come l’impressione
che questa pallottola
non si porterà le masse sulle spalle

e mi sento fondere
impotente
come il ferro della mia pistola

il telefono
è una bestia infida
artefice di sordidi tranelli

è la fine
anche se non so di cosa

la vita mi sembra
un treno in corsa
dentro una galleria
piena zeppa d’esplosivo

non è questione
di dare l’esempio come avanguardia

è la scimmia dell’adrenalina e del pericolo

è la volta buona che cado e non mi rialzo

è la volta buona
che il mio cadavere
sarà esposto smembrato
al pubblico disprezzo

è la volta buona
che lo Stato
mi schiaccerà
tra incudine e martello

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la ricerca artistica
è roba che sfianca

troppi pensieri
troppo studio
troppi libri alla base

dà l’impressione
di Intellighenzie
gobbe cieche sfigate
bibliotecari decrepiti
intellettuali
e divorzi dalla merda del lavoro manuale

mi si stanno imputridendo
chiappe muscoli ed occhi
su ‘sta cazzo di Kultura
korrotta & dominante

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dicono che il Notaio
sia un osso duro
ma che il Legislatore
sia ancora peggio

lo affronti
immerso in una jacuzzi
piena di panna montata
in un braccio di ferro
dialettico
che ha come posta
la testa del perdente

poi è la volta
di gabbie di fil di ferro
e della volontà
di sveller quei nodi
che tanto
fatti non foste
a viver come bruti
ma sradicate comunque
Conoscenza

tutte le periferie sono uguali
e non c’è mai un posto
che vada bene al 100%
se da una parte
ci sono cumuli di spazzatura
da un’altra
trovi un traghettator d’anime
furibondo

in ogni caso
ci siamo già resi conto
che il potere crea dipendenza psico-fisica
e l’astinenza da poltrona
porta a formulare
promesse strampalate
che è d’obbligo
non mantenere

sarebbe interessante
un dettagliato excursus
sulle miserie
di questo inizio secolo funesto
(per non parlare di quelle
della politika istituzionale)
ma ahinoi il tempo concessoci
non è abbastanza

siete pregati di riagganciare
ma prima
rompete le righe
disertate & boicottate
in fondo si tratta solo
di far pendere la bilancia
un po’ più dalla parte giusta

PS:
Matrix non è ovunque
anche se gli piacerebbe tanto
e a noi potrebbe sembrare
il contrario

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l’importante è che
Livio Andronico
non confessi

di cosa è accusato?

di essersi
dimenticato
chi diavolo
sia

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KRISI KREATIVA

la mia vena poetika
si è inaridita
ancora prima
che cominciassi
a scrivere

non mi stupisco
quindi
di non avere idea
di cosa
scrivere

soprattutto
in un periodo
come questo
di vago fantasticare
senza pressioni

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LIRISMO TROPPO PUNK

cosa fai o luna lassù
con quella faccia incazzata
che tra l’altro non mi è mai piaciuta

penso che meglio di così
qualsiasi cosa tu pensi
la mia vita non la posso gestire

in ogni caso fanculo
perché ciò che sono e faccio
lo scelgo da me
senza censure

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BOTTA CAMIONISTA

la costanza è una cosa seria
ragazzi
non possiamo permetterci errori
nella ricerca delle tane dei conigli
potremmo incappare in eterodossie ideologiche
o scorpioni

ma che parlo a fare con voi
coglioni
siete dei piccoli borghesi viziati

ah scusate un momento
mi sta suonando il tamagotchi
che volete
ne ho un bisogno quasi fisico
da quando mi sono fatto siliconare il cervello

non sapete un cazzo di tattiche & guerriglie
volete fare la Rivoluzione
sul sedile posteriore di una macchina?
non andrete lontano fumandovi i vostri cannoni
DROGATI!
avete le sovrastrutture infilate
su per il buco del culo
e manco ve n’accorgete

borghesi!
spontaneisti!
culattoni!
froci!
smettetela di vestirvi come barboni!
e tagliatevi i capelli!
dovete essere in ordine
per il Gran Ballo della Rivoluzione

e comunque la massa è un po’ fessa
e pure il Kapitale
che non investe parte dei profitti del plusvalore
per mandare al macero
il nostro cazzo di giornale

studiate!
bisogna avere un saldo retroterra teorico
quindi bevetevi tutto quel che vi dico
ho la Scienza del Materialismo Storico dalla mia parte
tutto il resto è merda
sono i padroni che vi stanno prendendo per il culo
quindi
mettete una firmetta qui e abbiate fiducia
nell’imminente crisi mondiale del Kapitalismo

ah dimenticavo
la firma è un passo in più
verso la realizzazione del Komunismo
avete trasferito il vostro patrimonio
sul conto corrente della nostra Organizzazione

grazie
buonanotte
e andate a sognare la Rivoluzione

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mai avrei pensato di prenderti…
ma un giorno mi ricapiterai in mano
con impulso e poesia

- mi dissi tempo fa
quando ti abbandonai
per la prima volta
e mi ripetei
sempre tempo fa
quando fosti tu ad abbandonarmi
per l’ultima volta -

mentre in posizione aerodinamica
fenderò il vento
capsula d’onda d’urto & dolore
senza sapere che fare

e ora va bene
va tutto bene
mi sento bene
mai sentito bene

m’incontrerai con il mondo dilatato
di chi s’incammina
e s’inchimica

talvolta mi farai solletico ai piedi
talvolta mi renderai più attraente

a me gli occhi
va tutto bene
se stai bene
e ora va bene
mai sentito bene

se tu ci fossi t’incontrerei
ma questa è un’altra storia mentale
è un altro viaggio

mi sentirei bagnato
d’inumano sudore
mi sentirei inondato

tutto a tempo di rave
e tecnologia
che punta a distruggere

mai sentito meglio
come dentro uno specchio

come un compito a casa
iniziato e poi finito

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rigetto
l'impianto rigoroso
dei piani di lettura convergenti
dei piani quinquennali
dei piani causali

provo a
riflettere senza barriere

quindi esisto
ed esito

senza pentirmi degli errori
continuo
ma comunque esito

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MONTALE DOCET

se Irma Brandeis
è la Clizia
che non vive

la Lei di questo momento
è la Clizia
saggia personificazione della Vita

di quali valori
sia portavoce
non l’ho ancora capito

per il momento
mi accontento
di raccogliere svagato
gli aforismi che semina nell’etere
con onde elettromagnetiche

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SUPERCAZZOLA BIOPOLITICA

de-strutturazione della scrittura
espropriazione cognitiva
resistenza post-fordista
(vedi Napoli poi muori)
produzione sub-industriale
atomizzazione delle coscienze
de-coscientizzazione delle masse
de-responsabilizzazione del singolo come forza-lavoro
movimento di critica radicale
intrusione nel meccanismo perverso del messaggio
[mediatico
medializzazione del personale
il privato è politico
il politico è privato
(come si diceva negli anni ’70)

la rivolta in privato
acquista peso sul piano politico
la costruzione di alternative
parte dal basso
dalla diserzione
dalla disobbedienza (in)civile
contro questo Sistema
che tutto stritola

dobbiamo valorizzare la nostra azione…
…sovversiva (!!!)
e rivendicare spazi per i nostri corpi
e reddito per le nostre vite
e conoscenze per le nostre menti
diffondiamo le nostre alternative…
…di vita
e non solo

dire fare baciare
lettere & testamento
la nostra è una nazione di dinosauri
con nessuna voglia di estinguersi
vogliamo essere le meteore
che causeranno il cataclisma generazionale
che spazzerà il vecchio dal mondo

******************************************

nel grigio diluvio democratico moderno
(ma G. D’A. era un farabutto
un pallone gonfiato)
massificazione
rincoglionimento
omogeneizzazione
conformismo
ci sbranano da ogni lato

la televisione
oppio dei popoli
pensa per noi

ci assedia
una classe politica di ferri vecchi
che in continuazione ricicla se stessa
intrisa di potere
fin negli anfratti più reconditi
del suo buco del culo

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HAZET 36

la prima nebbia d’autunno
fa riflettere sulla normalità che avanza

ci si abitua così in fretta

percorsi esistenziali milano-pavia
bici-metro-treno-piedi

mi serve un’Hazet 36

un attrezzo per rompere
lo spettro della monotonia
l’inverno
e la patina d’indifferenza
che comincia a formarsi
su percorsi strade facce negozi
che vedo ogni giorno
soprappensiero
senza fermarmi
senza pensare

Hazet 36

vuoto mentale dove sei?

mi serve un’Hazet 36

vuoto mentale dove sei?

voglio un’Hazet 36

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l’amore è un suicidio
baby
l’amore è un suicidio
devi crederci
l’amore è un suicidio
non puoi scappare
tieni gli occhi chiusi
e non sentirai niente
accade tutto così velocemente
non ci mette niente
a impossessarsi di te
tanto sarà sempre per la persona sbagliata
perdi il tuo fottuto tempo
e le tue cazzo di energie
per niente
è un suicidio
baby
un suicidio
hai capito?
guardati intorno quante vittime
è una strage
quanti zombi innamorati
incapaci di intendere e di volere
tu cosa ne sai?
non hai mai vissuto col pilota automatico
vissuto per modo di dire
col nodo alla gola
e la voglia di non fare un cazzo
senza riuscire a fare un cazzo
nessuna ha il tuo odore
cristo
nessuna!
è una tragedia idealizzata
l’amore è un suicidio
una presa per il culo
sono secoli che ci prendono per il culo
ci dicono che è una cosa stupenda
meravigliosa

meravigliosa come l’eroina e la sua scimmia
l’amore è utile come un tumore
prima ti strazia
poi ti uccide
e lascia solo corpi vuoti
l’amore è un parassita
distrugge corpi e passa oltre
e nonostante tutto
ti rimane dentro
cristo
nessuna ha il tuo odore
niente sa di nuovo
nessuna ha il tuo odore
vorrei suicidarmi di nuovo
vorrei suicidarmi
nessuna ha il tuo odore
nessuna ha il tuo odore
nessuna ha il tuo odore

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le strade che portano a Utopia
sono impolverate col sole
e fangose quando piove

ai loro margini arrugginiscono cumuli di rottami
e pezzi di vecchio
gettati strada facendo
zavorra di vecchi pensieri
meccanismi marci
sistemi anti-umani
visioni del cosmo logore
al servizio di un denaro infetto
(porco il dio denaro)
mucchi enormi di detriti
che accompagnano silenziosi il cammino

ogni tanto sembra di scorgere
là in mezzo
qualcosa che brilla
ma è solo un inganno
il vecchio che si spaccia per nuovo
che con un sorriso viscido
cerca di sopravvivere a se stesso…
il suo solo scopo è riprodursi all’infinito
per sempre
sempre in agguato
infame vecchio pensiero dominante

le strade verso Utopia
per qualcuno sono pantani in cui bloccarsi
e morire senza cambiare nulla…
altri invece si agitano
e con fuochi o esplosioni
colpiscono qualche ingranaggio
e soccombono stremati e sopraffatti dal grigio…
per altri ancora queste strade
hanno infinite deviazioni in cui perdersi
pensare fino a farsi scoppiare la testa
arrovellarsi e basta
magari aspettando qualcosa
che assomiglia al diluvio nel deserto…
qualche stronzo ci marcia trionfale
sulle strade per Utopia
gonfio di manie di protagonismo
e successo personale
facendo la cosa sbagliata
dalla parte giusta
ingannando se stesso e noi
ma sparirà nel fango alla prima occasione
inghiottito senza lasciare traccia

s’incontrano talvolta
le rovine delle Utopie precedenti
delle Utopie altrui che non ci soddisfano
e sono rovine che a volte fanno tristezza
a volte rabbia
a volte conservano ancora qualcosa da trafugare
da aggiungere alla nostra Utopia

sulle strade per Utopia
abbiamo migliaia di compagni di viaggio
ma la notte
quando nel buio sogniamo la nostra Utopia
non c’è più nessuno
solo noi e i pensieri
e le ombre dell’Utopia che ancora non c’è

sulle strade per Utopia
qualche reduce si trascina ancora
indicando il percorso che ha fatto
strappando le pagine dei libri che ha letto
magari dei libri che ha scritto
continuando a seminare
parole ed idee
che forse un giorno
germoglieranno nelle crepe nel cemento
facendosi largo tra merda e metallo

sulle strade di Utopia
carovane di viandanti spettrali
tra filo spinato divelto
lamiere contorte
carcasse di uomini veicoli speranze
e roghi alimentati dall’ipocrisia

ma forse siamo noi a decidere
cosa vedere
cosa incontrare
sulle strade verso Utopia

un vento glaciale
bufera d’indifferenza
vuol farci indietreggiare…
guardie cupe dallo sguardo spento
tentano di bloccarci…
e poi gente ben grassa
non vuole vederci su queste strade
e un esercito di rispettabilissimi
tossici
assuefatti a questo stato di cose
ci disprezza
non vuole capire
non vuole nemmeno ascoltare
vuole solo continuare a camminare
nel senso sbagliato
verso quel buio
carico di certezze e televisori

sulle strade polverose di Utopia
lasciamo cuori e cervelli…
ci lasciano vita e impegno
le migliori menti della nostra generazione…

e le strade continuano…

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