mercoledì 4 novembre 2009

LETTERA AD IAN CURTIS, CANTANTE DEI JOY DIVISION, SUICIDA A VENTITRE' ANNI.

di Francesca Stella Riva


Caro Ian, non so cosa mi è preso,
ero seduta in mezzo a loro, un gomitolo di gambe,
sorrisi diversi l'uno dall'altro - tutte più belle di me -
ho passato il testimone:
"smetto qua, correte voi adesso,
e fatene buon uso, delle due o tre cose che vi lascio".
Caro Ian, sono rimasta indietro,
dovevo farlo alla tua età e non l'ho mai fatto, non ho i tuoi occhi
e non guardo mai dritto nelle foto, ho il doppio mento,
tutte cose che mi sgomentano, lo giuro, invecchiare mi sgomenta,
non ho mai cantato ad occhi chiusi, ho abbandonato l'idea delle scrittura ( ho paura
che un giorno mi legherò uno di quei foulard al collo, quelli per non prendere freddo).
Caro Ian, ormai sono quasi a trenta - sposto scatole,
da un lato all'altro, in magazzino, ne faccio piramidi e parallelepipedi,
di misure trenta per trenta, quaranta per trenta, trenta per sessanta -
riempio il vuoto, tento di riempire il vuoto, penso tutto il giorno al vuoto: mi dispiace,
dovevo farlo prima e ormai è tardi, non ci capiamo più.
Mi prendo una pausa.
Non ci accomuna più niente, forse il disordine nella mia e nella tua mente è (era) lo stesso,
ma per il resto, forse ho avuto più accortezza e me ne pento.
Prendo congedo,
mi dispiace, o tu o io.
E tu fa' il bravo.

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