giovedì 5 novembre 2009

ESERCIZIO DI STILE

di Giovanni


molto spesso le cose importanti (o almeno, quelle che riteniamo tali) finiscono in fretta così come sono cominciate.

come quei temporali improvvisi che fanno del cielo una cappa minacciosa, metallica e spaventosamente bassa, nei giorni tiepidi immediatamente a ridosso della primavera.

il mondo è grigio il mondo è blu, cantava battiato nella preistoria.
il mondo sembra un acquario, e noialtri blublu stiamo qui a strabuzzare gli occhi e guardarci galleggiare blublublu facendo un sacco di bolle e agitandoci un casino senza capirci in realtà in granché.
grandioso. potere del benessere.

il quartiere residenziale con in mezzo il parco non riesce ad attutire i rumori del corso, da cui arrivano intermittenti gli sciacquettii fruscianti delle auto prudenti a cinquanta all’ora.
frusc. fruuuusc.

intanto il cielo metallico si fa sempre più scuro, in maniera direttamente proporzionale al colare dei quarti d’ora di questa serata che comincia (forse) sotto i peggiori auspici.
che palle.

così, schifando il monopolio statale della violenza legittima, sto piazzato davanti alla porta finestra che dà sul terrazzo, pensando a nient’altro, facendo filtrare informazioni dall’esterno e niente di più.
gran bell’impegno, davvero.
uno striminzito esercizio di stile, in sostituzione di attività più dinamiche, che il temporale ha provveduto (e la cosa non dispiace più di tanto) a fare saltare.

e intanto, come cantava sempre battiato, la barba col rasoio elettrico non me la faccio più, mentre sto qui a osservare i colori bizzarri che vengono fuori quando gli ultimi raggi di luce si scontrano con le particelle d’acqua sospese nel vuoto.
vuoto. come ciò che mi riempie la testa in questo momento.
molto adolescenziale.
se fossi più responsabile dovrei essere alle prese con ben altri problemi, che non lo spleen occasionale dello studente a tempo pieno.

bah.
continuo intanto questo vuoto esercizio di stile, col terrore, nascosto, che non riesca a terminare.

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