di Zeta38
*****
TRA DUBBI E NOSTALGIA DEL RICORDO DI E.
e sostanzialmente
sono già tre anni
tre anni passati
da quella sorprendente
nostra parigi
sostanzialmente
sono già tre anni
con un mucchio di cose cambiate
punti di vista ribaltati
situescions finite o cominciate
sono già tre anni
ma non ti vedo
sei ancora viva?
traffichi ancora in sentimenti?
ti sei già trasferita
a convivere coi tuoi atteggiamenti
che già mi stregarono
ormai tre anni addietro?
quanto a me
io facciocose
vedogente
ma ultimamente
un dubbio mi sorge
forse
mi affanno per niente
non è questa la movida
che ho in mente per dopo
e non mi sbatto ancora in quel senso
non mi preparo
mi affanno in altro
e perdo tempo
*****
ASKATASUNA
(ovvero come dietro una cosa c’è sempre qualcos’altro)
mi mostro a te
ma sono come
indipendentista basco
ascia e serpe incrociate
euskadi ta askatasuna
gora euskal herria
il volto travisato
barricato dietro
tagli degli occhi
che non mi appartengono
né mi distinguono
mi mostro a te
come non sono
come forse
non vorrei mostrarmi
però ci sono
e per giunta
in questo modo nascosto
che io stesso
non mi conosco
forse è solo un modo per dirti
esci subito ti prego
forse è solo un pretesto
per farti sbattere la porta
ancora
ancora una volta
per dirti tra le righe
come sempre
lasciami qui
lasciami stare
lasciami così
*****
qui giace Vladimir
che s’immedesimava nella brace
e si piantò del piombo in testa
da cui non germogliò niente
qui giace Vladimir
acciaio rovente
che celebrò forse un po’ troppo
e quando se n’accorse
era già troppo tardi
che si seppellì vergognandosi
sotto tre palmi di terra
qui giace Vladimir
che non russa
ma a certa letteratura
diede una gran spinta
peccato che finì ammanettato
alle buie sorti di certo realismo
(reale o presunto)
qui giace Vladimir
gran bel personaggio
peccato che finì bloccato da una pistola
senza più grinta
*****
PV
65 mq
per il casermone
di corso strada nuova 65
che ha un po’ la tendenza
ad espandersi troppo
in questa cittadina inerte
di bottegai e pelliccerie
e come al solito
le buone idee non mancano
sia chiaro
ma faticano a farsi strada
tra la pavimentazione a cubetti di porfido
di un secolo fa
o giù di lì
ogni cosa
va lasciata al suo posto
mi raccomando
giovanotti
non fate troppo casino
sbronzatevi pure
il mercoledì sera
purché il resto della settimana
vi chiudiate in casa
alle dieci di sera
anche noi da giovani
siamo stati gli hippie
che hanno cambiato la baracca
volevamo fare la rivoluzione
è vero
ma anche voi un giorno
apprezzerete le sfumature del grigio
la stabilità della tradizione
il fascino discreto della stasi
*****
FILS DE LA BANLIEUE
una recrudescenza del fenomeno
era prevedibile
anche se dolorosa
speriamo d’udire
nuove esplosioni
speriamo che l’incendio
si propaghi
e dilaghi
facendo saltare
tutte le polveriere
di questa razzista
fortezza europa
e non solo
un solo obiettivo
di questi tempi
porta a ben sperare
in caso d’incendio
lasciare bruciare
e allora
forse
in un giorno non tanto lontano
insieme a parigi
brucerà milano
*****
il miglior antidoto
(diciamo l’unico che conosco)
alla mancanza d’ispirazione
è il viaggio
il che non vuol dire
necessariamente
andare zaino in spalla
fino in mongolia
saltare sulla transiberiana
esplorare l’islanda
anche qui
nel feudo elettromagnetico
dell’antennone berlusconiano
che emerge minaccioso come un incubo
dalla coltre di smog
solitaria spunta un’agave
da un giardino rinsecchito
e una via qualunque
dopo il mercato
ha la stessa desolazione smorta
di una zona
devastata dalla guerra
*****
DOVE VADO EVADO
saluti
(ipotetici)
da lignano sabbiadoro
se non fossi ancora dentro
(un po’ più di tre mesi!)
sarei andata al mare
alla facciazza di tutti
ma sto custodita
costretta tra quattro mura
e quintali di sbarre
mi sono persa di tutto
in questi tre mesi
e ogni viaggio
verso casa
verso il mare
non è che mentale
eppure
DOVE VADO EVADO
nonostante tutto
e là fuori qualcuno
fa ancora il possibile
*****
MEMORIE DI UN CONDANNATO
volevo sistematizzare i presagi
e gli altri scritti
sparsi in ogni quarto d’ora
del tempo passato
ma mi diedero tre ore di vita
e preferii bruciare tutto
e non darmi pena
preferii sopportare la pena
di vedere ogni cosa distrutta
piuttosto che lasciare
il lavoro incompiuto
*****
AGOSTO ITALICO
(duemilasei motivi per vergognarsi di vivere in itaglia)
brezza di mare come
vento delle bombe cadenti
a metà agosto
come ogni anno
ma ogni anno sempre diversa
(occasione imperdibile
prezzo incredibile
luglio-agosto duemilasei
vacanze a beirut)
ci stupiamo poiché
ci scopriamo sempre più scazzati
fra ombre d’attentati
e guerre esotiche
e cronaca nera
d’omicidi passional-culturali
c’arrabattiamo sempre più stanchi
tra i tigì
che fanno sempre più schifo
e le città che nonostante tutto
sono sempre meno deserte
d’agosto
c’illudiamo beandoci ingenui
per idiote partenze intelligenti
esodo e controesodo
occasioni last minute
voli charter e sudore
sudoku e bestseller da spiaggia
ma in fin dei conti
ciò che ci caratterizza
è un’imbecillità da turisti cafoni
più casi umani
(disperati peraltro)
che importatori di valuta pregiata
che improbabili ambasciatori
di civiltà progredita
il fardello dell’uomo bianco
lo chiamavano un tempo
ma ormai fa sempre più pena
gonfio solo d’orgoglio sportivo
poo-popopo-popò-poooo
e campioni del mondo
*****
la società dell’apparenza
ci parla
a caratteri cubitali
dalle sue vetrine
ostentazione bellicosa
di merda e opulenza
“non più
i soliti regali
la VERA ALTERNATIVA
sono i trattamenti estetici”
*****
SABATO 11 MARZO 2006
(scevra di considerazioni politiche)
tra le infinite potenzialità d’un sabato di sole
scelgo di sfasciare la routine
e non torno indietro
scariche d’adrenalina danno
i tonfi sordi degli anfibi sul selciato
e i secchi colpi dei caschi che cadono
abbandonati nell’affanno della corsa
in quei frangenti è solo l’istinto che conta
si lascia inconsciamente perdere
l’idea che n’è alla base
in quei momenti poi
il clamore non conta
e una volta al riparo
s’affaccia la consapevolezza
d’esserne scampati
*****
REGIONALE DELLE 9.51
il mattino ha l’oro in bocca
soprattutto se è sabato
ore 10 del mattino circa
e una primavera alla temperatura giusta
che sta per sbocciare in estate
il mattino ha l’oro in bocca
come scrivono certe macchine da scrivere
fa niente poi
se io scrivo a penna
un appunto/sgorbio veloce
il mattino ha l’oro in bocca
chères amies
come le onde di certi bassi
come un approccio misto
tra spensierato e intimisto
come non succede niente
a livello esteriore
ma dentro
è tutto un ribollire
dall’immediato
al breve-medio termine
tutto questo
sta schiacciato qui adesso
tra le lamiere del treno che sosta
a una stazione intermedia
sospesa stazione deserta
*****
IL CIRCOLO DEI POVERI STRONZI
il circolo
dei Poveri Stronzi
ha indetto una manifestazione
la piattaforma concordata
ha un titolo eloquente
“aridatece la nostra autostima”
*****
SENZA VOLTO
in un’epoca
di personalizzazione
estrema
rifiuto
in quanto mente pensante
di conformarmi
sottraggo
la mia individualità
al meccanismo
non sono nessuno
appartengo alla massa
mi rendo critico
granello di sabbia
nell’ingranaggio
sono senza volto
inizia adesso
l’opera di sabotaggio
dell’immaginario collettivo
la felicità è tale
solo se si collettivizza
perciò uniamoci
e da massa critica
assalteremo il concreto
*****
non vedo più nulla
oltre queste mie mani
ruvide da contadino
eppure senza contatto
né d’attrezzo né di bestia
queste mie mani
aride e spaccate
come il deserto che avanza
che poco finora hanno visto
che poco finora hanno fatto
non vedo più nulla
oltre queste mie mani
così vergini del mondo
queste mani così poco esperte
vissute solo in apparenza
e solo quando scoppia l’estate
*****
PECULIARITA’ MANIFESTA
una mente divisa
TRA RIBELLIONE E RIFLESSIONE
è quanto di meglio possegga
perciò rivendico
la schizofrenia
che mi caratterizza
e continuerò a percorrere
sentieri paralleli
e strade (apparentemente) opposte
*****
COME C.G.
vedi genova
poi muori
non importa
se hai vent’anni
e una rabbia troppo grande
per esprimerla a parole
amavi & ridevi
come noi
qui adesso
consòlati
per la bella giornata di luglio
e piangi forte
per le armature antisommossa
le cariche
i fumogeni
e un’ostilità grigia
che non ti sente
né ti comprende
(e come potrebbe
del resto?)
se riesci a riprenderti
dalla violenza di ogni giorno
sei un problema d’ordine pubblico
e nient’altro
da 8 grandi stronzi
non nasce niente
dal letame
nascono fiori
i nostri cuori
si fermarono sul video
insieme ai nostri occhi
poco oltre i margini dello schermo
genova
è ancora
una ferita aperta
e sanguina
*****
CORTILE DI S.P.
(riflettendo su P.)
ti vendi in un primopomeriggio assolato
barattando te stesso per una mise da matrimonio
capello legato
per un ventinove in diritto e un gran caldo
in tempozero ritorni te stesso
con tanto di cannino d’ordinanza
domandi in giro un prestito in cartina
dispensi sorrisi pacche e battute
beffardo ti mimetizzi col resto
sguardo e accento totalmente indecifrabili
chi sei tu in fondo
camaleonte dei nostri cortili?
*****
LUDDISMO LETTERARIO
zeta trentotto
a volto coperto
impugna le sue parole come pietre
per demolire
le storture
di questo mondo
a cominciare
dalle parole sbagliate
e dalle idee
ancora più sbagliate
veicolate da queste parole
*****
TRA ALTRI ADDII ED ERASMUS
c’è un sacco di gente
che parte
tra fine agosto e settembre
tra altri addii
ed erasmus
questa specie di transitoria
(per alcuni)
here today
gone tomorrow
mi piace
anche se mi lascia un po’ inquieto
(e che io non ho deciso di fare)
già me li vedo
impazzire due giorni
decidere cosa portare
e poi senza pensieri
lasciarsi un passato alle spalle
forse ci vuole coraggio
(che io continuo a non avere)
o forse anche
qualcosa di non troppo consolidato
dietro alle spalle
(bada bene non parlo d’ammore
parlo di progetti
di realtà in costruzione)
in ogni caso
in ogni dove
che sarà mai
di tutta sta gente
che nonostante tutto
poi parte?
se tanti dichiaran d’andare
ho paura
che qualcuno
nel mondo
si perde
*****
COME UN BLACK BLOC
in questo freddo bastardo
vorrei trattenere il respiro
finché non sento
i polmoni che scoppiano
ho bisogno di uno strappo
non ne posso più
di queste parole
che si avvitano su loro stesse
ho bisogno di un atto
di rottura
ho bisogno di esprimere
quest’aggressività latente
sotto il controllo
di dinamiche meccaniche
molto più vecchie di me
ho bisogno di fare
la necessità è semplice
e un po’ sfugge
e fugge la complessità del reale
mai fare un passo indietro
nemmeno per prendere la rincorsa
*POSTILLA A MENTE FREDDA*
partorire un’idea
costa fatica
molta più di quella che serve
per razionalizzare un istinto
per smussarlo
e farne la base di un’azione
meditiamo
poiché la questione
resta aperta
*****
CHI PUO’ DARCI DI PIU’?
vene posciugate come torrenti
ghiandole spremute come limoni
occhi iniettati
e un sonno che scava le tempie
come se non dormissimo da vent’anni
non sarà la nostalgia
a farci dimenticare tutto
c’è che non vogliamo sbattimenti
e questo basta
così dolce è seguire
inclinazioni e nuovi sentieri
non dover rendere conto a nessuno
negoziare spazi di libertà
giustificarsi in continuazione
già
perché se è bello e coinvolgente
è anche una specie di lavoro
che logora
sottraendo energie
a cose che per contro
alla lunga
NON lasciano l’amaro in bocca
quanto bella è giovinezza
che ci frega tuttavia
chi vuol esser lieto sia
noi da soli
solo noi
nessun altro
che può darci di più
*****
LOKOMOTIVA VIVE
l’immagine è il presente
ragnatele
polvere
brutta copia del passato
riproduzione insistente
di qualcosa che non giova
e non funziona
pur nell’insistente persistenza
dell’insensata essenza
era visione di quelle
che non lasciano scampo
maman
arrivent les autonomes
les brigades
de l’automne
mamma
gli autonomi
l’arrivo dell’autunno
in movimento statico
tra locomotive
e sordidi riflussi
s’arrabattano gli ormai ultratrentenni
compagni dei primi anni ‘90
dell’orda d’oro
di via leoncavallo
tra lavoro precario
figlioletti da accudire
e un settarismo ch’inspiegabilmente è rimasto
o se n’è andato
in chi da tali esperienze
c’è rimasto scottato
i più sono partiti
alla volta d’altre città
d’altri luoghi
quei pochi che rimangono
ammettono tra i denti
di stare oggi alla finestra
incapaci d’adattamento
in ogni segmento d’ambito politico
quindici anni fa
tutto questo attuale
sarebbe stato impensabile
e forse
a conti fatti
avete ragione
e noi torto
ma non sta a me dirlo
stagioni passate di mazzate e digos
di scazzi e d’assemblee-fiume
di reti e d’okkupazioni durate solo un giorno
proprio qui dove adesso
sorge il vuoto somministrato
amministrato dal socialdemocratico
substrato pacificato
*****
F. COME FEDELE ALLA LINEA
non ti fai mai sentire
neanche per un saluto
o per chiedermi come va
se sono ancora vivo
se mi han pestato gli sbirri
se mi è cascato il pisello
nonostante questo
io
continuo imperterrito a pugnalarmi
nella solitudine mobile della mia stanza
pensando a mille altre possibilità
ma più spesso a te
e un bel ricordo
si trasforma per un attimo di scintilla
in uno zampillo di gioia come di fontana
che si secca col tempo
che fatica ad andar via
*****
INCLASSIFICABILE
in quest’andare e venire
di righe rilette
inclassificabile
come la scrittura
che abbandona per giorni
e si rifà viva sul tardi
mordendo con urgenza
strappando ad altro i minuti
*****
la meglio gioventù
esiste ancora
e meno male
altrimenti non saprei
dove andare a sbattere la testa
ma questo stato di grazia
che tanto suscita speranze
è per sua natura
transitorio
facciamo in fretta
prima che la meglio gioventù
si trasformi
in una massa di cinquantenni
calvi stronzi e soprappeso
ripiegati sul privato
che navigano a vista
in un mare di bollette
e di figli da scarrozzare
la meglio gioventù brucia in fretta
a colpi di compromessi piccoli piccoli
che si accumulano
a formare montagne di conformismo
la meglio gioventù è in estinzione
la meglio gioventù è in ritirata
non vorrei mai
esserne il carnefice
uccidimi se cambio idee
se mi trasformo nella cosa sbagliata
*****
NO NON ORA NON QUI
spero di essere
sufficientemente ikonoklasta
per i vostri gusti
ché effettivamente lo sono
e vaffanculo
comunque no
non ora
non qui
in questo tripudio di follia
sudore
infradito
e magliette sbracciate
*****
non c’è scissione tra politica e vita
come qualcuno sosteneva non esserci
neppure tra vita ed arte
tra arte e vita
quindi
il progetto Zeta 38
non è schizofrenico
come mi è capitato di pensare
solo
coglie ogni aspetto della vita
e lo trasforma in parole
*****
in una domenica delle salme qualsiasi
sbeffeggiavamo
il moto ondoso
dei passanti del corso
e avevamo bisogno dei nostri vicoli
e delle nostre esperienze decentrate
non vivevamo
senza il poetico nel quotidiano
senza una sensibilità diversa
senza la costruzione di alternative
mentre respiravamo
rifiutavamo ad ogni passo
essenze definitive
*****
LES SOIREES PARISIENNES
serate parigine
e appartamenti spagnoli
sono queste le cose
che racchiudono
lo spirito del viaggio
o almeno l’idea di viaggio
che ho in mente
sognare l’incontro casuale
con qualcuno rigorosamente
di un altro paese
sognare di andare
con un’attitudine più di scoperta
che di vacanza
fregarsene
dell’inesorabile scorrere del tempo
perché tanto ogni minuto
è sempre ben speso
se lontano dall’ordinario
*****
L’AVANGUARDIA
l’avanguardia
per quanto passata
ha ancora molto
da insegnare
viva l’avanguardia
l’avanguardia
è superata
dal turbamento post-moderno
e dal disorientamento dei linguaggi
morte all’avanguardia
*****
LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO
vi metto davanti al fatto compiuto
cosicché non possiate negare l’evidenza
la classe operaia
non esiste più
che dire
non ci sono più
le classi di una volta
sussiste il dubbio
che non sia mai esistita
in fabbrica?
solo lavoro volontario
per amore e gloria del padrone
padrone
che parola grossa
oggi si usa dire
datore di lavoro
tutt’al più capo
generosissimo principale
la neve sporca
forma cumuli grigi
sui marciapiedi
e nelle strade
smetterà mai di nevicare?
come mai
come mai
sempre in culo
agli operai?
diciamocelo
in questa società postindustriale
siamo tutti terziarizzati
(o così ci dicono all’università)
siamo tutti un grande ceto medio
i cui confini si confondono con l’orizzonte
in questo crepuscolo da tardo impero
senza tracce di radiosi sol dell’avvenir
la classe operaia
non me la ricordo
e questo mi fa concludere
che la classe operaia
non va in paradiso
e l’aristocrazia operaia
e avanguardia operaia
e l’autonomia operaia
e potere operaio
e l’ala dura
e l’ala creativa del movimento
sono latitanti dai tempi
della marcia dei quarantamila (stronzi)
i metalmeccanici scioperano per il contratto
i metalmeccanici cosa?
chi se li incula più
i metalmeccanici
ma esistono ancora?
i metalmeccosa?
mai sentito questa parola
cosa vuol dire
fare l’operaio?
toyotizziamo
robotizziamo
il taylorismo
è fuori moda
henry ford
è sottoterra da una vita
e di autunni caldi
non ne vediamo da quarant’anni
ultimamente non fa che nevicare
come mai
come mai
i più sfigati
sono operai?
e continua a nevicare
*****
quel che conta
è il senso che si condensa
tra le pieghe della memoria
dopo aver aspirato forte
tra riga e riga
immagina
di vuotarti il panico
piegato in due su una voragine
e sospirare
e pensare
che una città
non sarà mai più la stessa
oggi
l’esistenza
è desolatamente vuota
*****
SINTESI MANIFESTA
trasferite le riflessioni
in righe e a capo
non c’è da pentirsi
genera solo stanchezza
il riempire pagine e pagine
e il sovraffollamento delle parole
si riflette
si ritrova l’ordine del ragionamento
nel disordine
delle connessioni improvvisate
e delle immagini
apparentemente sconnesse
e il resto
è un superfluo esercizio di stile
*****
DICHIARAZIONE A META’
forse “ti amo”
per il momento
è una faccenda
un po’ impegnativa
diciamo che “ti”
e poi si vedrà
*****
undici minuti d’incredulità
e nove di disorientamento
seguiti da una vaga sensazione
poco politicamente corretta
di soddisfazione
e mentre si susseguivano
ipotesi più o meno fantascientifiche
e mentre gli altri
incollavano gli occhi agli schermi
pensavo
che in fin dei conti
se l’erano meritato
CHI SEMINA VENTO
RACCOGLIERÀ TEMPESTA
e quei morti
erano solo
un’infima percentuale
(restituita in maniera catastrofico-hollywoodiana)
dei morti seminati in giro per il mondo
al di là delle fette di salame sugli occhi
dello spettatore-consumatore medio occidentale
ricordo l’insofferenza
verso il circo mediatico di circostanza
prontamente allestito
intorno al golia colpito
che si leccava platealmente le ferite
davvero un’ottima scelta
stare sempre e comunque
dalla parte del più forte
il golia di cui sopra
a telecamere spente
sghignazzava alla faccia dei gonzi
soddisfatto per avere trovato
un pretesto per l’ennesima guerra
e poi per altre ancora
per continuare a spadroneggiare
ma questa volta
con un’inedita
pseudo-legittimità
a coprirgli le spalle
per continuare a trattare
il resto del mondo
come il cortile di casa
(del resto si sa
con l’economia in recessione
non c’è niente di meglio
che sganciare un po’ di bombe
e aumentare gli investimenti
nella già ipertrofica
industria bellica nazionale)
meditate gente
perché han cavalcato l’onda
e noi poveri idioti
(la solita inerte
maggioranza silenziosa)
abbiamo dato loro corda
con cui impiccarci
*****
diffidate delle definizioni di bello
che tanto
sono una fregatura
anzi
diffidate delle definizioni
in generale
che in ogni caso
sbagliano
non ho mai compreso
questa necessità
di appiccicare etichette
m’innervosisce
definire qualcosa
in qualche modo
significa controllarla
manipolarne l’essenza
condizionarne il comportamento
*****
il proletariato
ha smarrito
la sua missione storica?
è ora
è ora
la tv al plasma
a chi lavora
*****
non può piovere per sempre
diceva il compagno X
volto coperto
e pistola in pugno
in quel tumultuoso
e freddo marzo
di ormai quasi
30 anni fa
era la fine
di una stagione
o se preferite
l’inizio di un’epoca plumbea
come una cappa
sulle migliori menti
di quella generazione
i pochi superstiti
oggi
in parte rinnegano
o non vogliono ricordare
qualcuno fa sempre autocritica
e smonta pezzo per pezzo
quei suoi atti
alla ricerca di una spiegazione
per quell’esplosione
per molti aspetti spontanea
(la chiamavano dietrologia?)
fossilizzasi sul passato
fa più male che altro
ma
(lo dice anche il buonsenso)
è sempre utile ragionare
sugli errori commessi
quindi
ancora una volta
non può piovere per sempre
*****
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