mercoledì 4 novembre 2009

Koyaanisqatsi

di Zeta38

*****

TRA DUBBI E NOSTALGIA DEL RICORDO DI E.



e sostanzialmente

sono già tre anni



tre anni passati

da quella sorprendente

nostra parigi



sostanzialmente

sono già tre anni

con un mucchio di cose cambiate

punti di vista ribaltati

situescions finite o cominciate



sono già tre anni

ma non ti vedo



sei ancora viva?

traffichi ancora in sentimenti?

ti sei già trasferita

a convivere coi tuoi atteggiamenti

che già mi stregarono

ormai tre anni addietro?



quanto a me

io facciocose

vedogente



ma ultimamente

un dubbio mi sorge

forse

mi affanno per niente



non è questa la movida

che ho in mente per dopo

e non mi sbatto ancora in quel senso



non mi preparo

mi affanno in altro

e perdo tempo



*****

ASKATASUNA

(ovvero come dietro una cosa c’è sempre qualcos’altro)



mi mostro a te



ma sono come

indipendentista basco

ascia e serpe incrociate

euskadi ta askatasuna

gora euskal herria



il volto travisato

barricato dietro

tagli degli occhi

che non mi appartengono

né mi distinguono



mi mostro a te

come non sono

come forse

non vorrei mostrarmi



però ci sono

e per giunta

in questo modo nascosto

che io stesso

non mi conosco



forse è solo un modo per dirti

esci subito ti prego

forse è solo un pretesto

per farti sbattere la porta

ancora

ancora una volta



per dirti tra le righe

come sempre

lasciami qui

lasciami stare

lasciami così



*****

qui giace Vladimir

che s’immedesimava nella brace

e si piantò del piombo in testa

da cui non germogliò niente



qui giace Vladimir

acciaio rovente

che celebrò forse un po’ troppo

e quando se n’accorse

era già troppo tardi

che si seppellì vergognandosi

sotto tre palmi di terra



qui giace Vladimir

che non russa

ma a certa letteratura

diede una gran spinta

peccato che finì ammanettato

alle buie sorti di certo realismo

(reale o presunto)



qui giace Vladimir

gran bel personaggio

peccato che finì bloccato da una pistola

senza più grinta



*****

PV



65 mq

per il casermone

di corso strada nuova 65

che ha un po’ la tendenza

ad espandersi troppo

in questa cittadina inerte

di bottegai e pelliccerie



e come al solito

le buone idee non mancano

sia chiaro

ma faticano a farsi strada

tra la pavimentazione a cubetti di porfido

di un secolo fa

o giù di lì



ogni cosa

va lasciata al suo posto

mi raccomando

giovanotti

non fate troppo casino



sbronzatevi pure

il mercoledì sera

purché il resto della settimana

vi chiudiate in casa

alle dieci di sera



anche noi da giovani

siamo stati gli hippie

che hanno cambiato la baracca



volevamo fare la rivoluzione

è vero



ma anche voi un giorno

apprezzerete le sfumature del grigio

la stabilità della tradizione

il fascino discreto della stasi



*****

FILS DE LA BANLIEUE



una recrudescenza del fenomeno

era prevedibile

anche se dolorosa



speriamo d’udire

nuove esplosioni

speriamo che l’incendio

si propaghi

e dilaghi

facendo saltare

tutte le polveriere

di questa razzista

fortezza europa

e non solo



un solo obiettivo

di questi tempi

porta a ben sperare



in caso d’incendio

lasciare bruciare



e allora

forse

in un giorno non tanto lontano

insieme a parigi

brucerà milano



*****

il miglior antidoto

(diciamo l’unico che conosco)

alla mancanza d’ispirazione

è il viaggio



il che non vuol dire

necessariamente

andare zaino in spalla

fino in mongolia

saltare sulla transiberiana

esplorare l’islanda



anche qui

nel feudo elettromagnetico

dell’antennone berlusconiano

che emerge minaccioso come un incubo

dalla coltre di smog



solitaria spunta un’agave

da un giardino rinsecchito



e una via qualunque

dopo il mercato

ha la stessa desolazione smorta

di una zona

devastata dalla guerra



*****

DOVE VADO EVADO



saluti

(ipotetici)

da lignano sabbiadoro



se non fossi ancora dentro

(un po’ più di tre mesi!)

sarei andata al mare

alla facciazza di tutti



ma sto custodita

costretta tra quattro mura

e quintali di sbarre



mi sono persa di tutto

in questi tre mesi



e ogni viaggio

verso casa

verso il mare

non è che mentale



eppure

DOVE VADO EVADO

nonostante tutto

e là fuori qualcuno

fa ancora il possibile



*****

MEMORIE DI UN CONDANNATO



volevo sistematizzare i presagi

e gli altri scritti

sparsi in ogni quarto d’ora

del tempo passato



ma mi diedero tre ore di vita

e preferii bruciare tutto

e non darmi pena



preferii sopportare la pena

di vedere ogni cosa distrutta

piuttosto che lasciare

il lavoro incompiuto



*****

AGOSTO ITALICO

(duemilasei motivi per vergognarsi di vivere in itaglia)



brezza di mare come

vento delle bombe cadenti

a metà agosto

come ogni anno

ma ogni anno sempre diversa

(occasione imperdibile

prezzo incredibile

luglio-agosto duemilasei

vacanze a beirut)



ci stupiamo poiché

ci scopriamo sempre più scazzati

fra ombre d’attentati

e guerre esotiche

e cronaca nera

d’omicidi passional-culturali



c’arrabattiamo sempre più stanchi

tra i tigì

che fanno sempre più schifo

e le città che nonostante tutto

sono sempre meno deserte

d’agosto



c’illudiamo beandoci ingenui

per idiote partenze intelligenti

esodo e controesodo

occasioni last minute

voli charter e sudore

sudoku e bestseller da spiaggia



ma in fin dei conti

ciò che ci caratterizza

è un’imbecillità da turisti cafoni

più casi umani

(disperati peraltro)

che importatori di valuta pregiata

che improbabili ambasciatori

di civiltà progredita



il fardello dell’uomo bianco

lo chiamavano un tempo

ma ormai fa sempre più pena

gonfio solo d’orgoglio sportivo

poo-popopo-popò-poooo

e campioni del mondo



*****

la società dell’apparenza

ci parla

a caratteri cubitali

dalle sue vetrine

ostentazione bellicosa

di merda e opulenza



“non più

i soliti regali

la VERA ALTERNATIVA

sono i trattamenti estetici”



*****

SABATO 11 MARZO 2006

(scevra di considerazioni politiche)



tra le infinite potenzialità d’un sabato di sole

scelgo di sfasciare la routine

e non torno indietro



scariche d’adrenalina danno

i tonfi sordi degli anfibi sul selciato

e i secchi colpi dei caschi che cadono

abbandonati nell’affanno della corsa



in quei frangenti è solo l’istinto che conta



si lascia inconsciamente perdere

l’idea che n’è alla base



in quei momenti poi

il clamore non conta



e una volta al riparo

s’affaccia la consapevolezza

d’esserne scampati



*****

REGIONALE DELLE 9.51



il mattino ha l’oro in bocca

soprattutto se è sabato

ore 10 del mattino circa

e una primavera alla temperatura giusta

che sta per sbocciare in estate



il mattino ha l’oro in bocca

come scrivono certe macchine da scrivere

fa niente poi

se io scrivo a penna

un appunto/sgorbio veloce



il mattino ha l’oro in bocca

chères amies

come le onde di certi bassi

come un approccio misto

tra spensierato e intimisto

come non succede niente

a livello esteriore

ma dentro

è tutto un ribollire

dall’immediato

al breve-medio termine



tutto questo

sta schiacciato qui adesso

tra le lamiere del treno che sosta

a una stazione intermedia

sospesa stazione deserta



*****
IL CIRCOLO DEI POVERI STRONZI



il circolo

dei Poveri Stronzi

ha indetto una manifestazione



la piattaforma concordata

ha un titolo eloquente



“aridatece la nostra autostima”



*****

SENZA VOLTO



in un’epoca

di personalizzazione

estrema

rifiuto

in quanto mente pensante

di conformarmi



sottraggo

la mia individualità

al meccanismo



non sono nessuno

appartengo alla massa

mi rendo critico



granello di sabbia

nell’ingranaggio

sono senza volto



inizia adesso

l’opera di sabotaggio

dell’immaginario collettivo



la felicità è tale

solo se si collettivizza

perciò uniamoci

e da massa critica

assalteremo il concreto



*****

non vedo più nulla

oltre queste mie mani

ruvide da contadino

eppure senza contatto

né d’attrezzo né di bestia



queste mie mani

aride e spaccate

come il deserto che avanza

che poco finora hanno visto

che poco finora hanno fatto



non vedo più nulla

oltre queste mie mani

così vergini del mondo



queste mani così poco esperte

vissute solo in apparenza

e solo quando scoppia l’estate



*****

PECULIARITA’ MANIFESTA



una mente divisa

TRA RIBELLIONE E RIFLESSIONE

è quanto di meglio possegga



perciò rivendico

la schizofrenia

che mi caratterizza



e continuerò a percorrere

sentieri paralleli

e strade (apparentemente) opposte



*****

COME C.G.



vedi genova

poi muori



non importa

se hai vent’anni

e una rabbia troppo grande

per esprimerla a parole



amavi & ridevi

come noi

qui adesso



consòlati

per la bella giornata di luglio

e piangi forte

per le armature antisommossa

le cariche

i fumogeni

e un’ostilità grigia

che non ti sente

né ti comprende

(e come potrebbe

del resto?)



se riesci a riprenderti

dalla violenza di ogni giorno

sei un problema d’ordine pubblico

e nient’altro



da 8 grandi stronzi

non nasce niente

dal letame

nascono fiori



i nostri cuori

si fermarono sul video

insieme ai nostri occhi

poco oltre i margini dello schermo



genova

è ancora

una ferita aperta

e sanguina



*****

CORTILE DI S.P.

(riflettendo su P.)



ti vendi in un primopomeriggio assolato

barattando te stesso per una mise da matrimonio

capello legato

per un ventinove in diritto e un gran caldo



in tempozero ritorni te stesso

con tanto di cannino d’ordinanza

domandi in giro un prestito in cartina

dispensi sorrisi pacche e battute



beffardo ti mimetizzi col resto

sguardo e accento totalmente indecifrabili

chi sei tu in fondo

camaleonte dei nostri cortili?



*****

LUDDISMO LETTERARIO



zeta trentotto

a volto coperto

impugna le sue parole come pietre



per demolire

le storture

di questo mondo



a cominciare

dalle parole sbagliate

e dalle idee

ancora più sbagliate

veicolate da queste parole



*****

TRA ALTRI ADDII ED ERASMUS



c’è un sacco di gente

che parte

tra fine agosto e settembre

tra altri addii

ed erasmus



questa specie di transitoria

(per alcuni)

here today

gone tomorrow

mi piace

anche se mi lascia un po’ inquieto

(e che io non ho deciso di fare)



già me li vedo

impazzire due giorni

decidere cosa portare

e poi senza pensieri

lasciarsi un passato alle spalle



forse ci vuole coraggio

(che io continuo a non avere)

o forse anche

qualcosa di non troppo consolidato

dietro alle spalle

(bada bene non parlo d’ammore

parlo di progetti

di realtà in costruzione)



in ogni caso

in ogni dove

che sarà mai

di tutta sta gente

che nonostante tutto

poi parte?



se tanti dichiaran d’andare

ho paura

che qualcuno

nel mondo

si perde



*****

COME UN BLACK BLOC



in questo freddo bastardo

vorrei trattenere il respiro

finché non sento

i polmoni che scoppiano



ho bisogno di uno strappo



non ne posso più

di queste parole

che si avvitano su loro stesse



ho bisogno di un atto

di rottura

ho bisogno di esprimere

quest’aggressività latente

sotto il controllo

di dinamiche meccaniche

molto più vecchie di me



ho bisogno di fare



la necessità è semplice



e un po’ sfugge

e fugge la complessità del reale



mai fare un passo indietro

nemmeno per prendere la rincorsa



*POSTILLA A MENTE FREDDA*



partorire un’idea

costa fatica



molta più di quella che serve

per razionalizzare un istinto

per smussarlo

e farne la base di un’azione



meditiamo

poiché la questione

resta aperta



*****

CHI PUO’ DARCI DI PIU’?



vene posciugate come torrenti

ghiandole spremute come limoni

occhi iniettati

e un sonno che scava le tempie

come se non dormissimo da vent’anni



non sarà la nostalgia

a farci dimenticare tutto

c’è che non vogliamo sbattimenti

e questo basta



così dolce è seguire

inclinazioni e nuovi sentieri

non dover rendere conto a nessuno

negoziare spazi di libertà

giustificarsi in continuazione



già



perché se è bello e coinvolgente

è anche una specie di lavoro

che logora

sottraendo energie

a cose che per contro

alla lunga

NON lasciano l’amaro in bocca



quanto bella è giovinezza

che ci frega tuttavia

chi vuol esser lieto sia

noi da soli

solo noi

nessun altro



che può darci di più



*****

LOKOMOTIVA VIVE



l’immagine è il presente

ragnatele

polvere

brutta copia del passato

riproduzione insistente

di qualcosa che non giova

e non funziona

pur nell’insistente persistenza

dell’insensata essenza



era visione di quelle

che non lasciano scampo



maman

arrivent les autonomes

les brigades

de l’automne



mamma

gli autonomi

l’arrivo dell’autunno

in movimento statico



tra locomotive

e sordidi riflussi

s’arrabattano gli ormai ultratrentenni

compagni dei primi anni ‘90

dell’orda d’oro

di via leoncavallo

tra lavoro precario

figlioletti da accudire

e un settarismo ch’inspiegabilmente è rimasto

o se n’è andato

in chi da tali esperienze

c’è rimasto scottato



i più sono partiti

alla volta d’altre città

d’altri luoghi

quei pochi che rimangono

ammettono tra i denti

di stare oggi alla finestra

incapaci d’adattamento

in ogni segmento d’ambito politico



quindici anni fa

tutto questo attuale

sarebbe stato impensabile

e forse

a conti fatti

avete ragione

e noi torto

ma non sta a me dirlo



stagioni passate di mazzate e digos

di scazzi e d’assemblee-fiume

di reti e d’okkupazioni durate solo un giorno

proprio qui dove adesso

sorge il vuoto somministrato

amministrato dal socialdemocratico

substrato pacificato



*****

F. COME FEDELE ALLA LINEA



non ti fai mai sentire

neanche per un saluto

o per chiedermi come va

se sono ancora vivo

se mi han pestato gli sbirri

se mi è cascato il pisello



nonostante questo

io

continuo imperterrito a pugnalarmi

nella solitudine mobile della mia stanza

pensando a mille altre possibilità

ma più spesso a te



e un bel ricordo

si trasforma per un attimo di scintilla

in uno zampillo di gioia come di fontana

che si secca col tempo

che fatica ad andar via



*****

INCLASSIFICABILE



in quest’andare e venire

di righe rilette



inclassificabile

come la scrittura



che abbandona per giorni

e si rifà viva sul tardi



mordendo con urgenza

strappando ad altro i minuti



*****

la meglio gioventù

esiste ancora



e meno male



altrimenti non saprei

dove andare a sbattere la testa



ma questo stato di grazia

che tanto suscita speranze

è per sua natura

transitorio



facciamo in fretta



prima che la meglio gioventù

si trasformi

in una massa di cinquantenni

calvi stronzi e soprappeso

ripiegati sul privato

che navigano a vista

in un mare di bollette

e di figli da scarrozzare



la meglio gioventù brucia in fretta

a colpi di compromessi piccoli piccoli

che si accumulano

a formare montagne di conformismo



la meglio gioventù è in estinzione



la meglio gioventù è in ritirata



non vorrei mai

esserne il carnefice



uccidimi se cambio idee

se mi trasformo nella cosa sbagliata



*****

NO NON ORA NON QUI



spero di essere

sufficientemente ikonoklasta

per i vostri gusti



ché effettivamente lo sono

e vaffanculo



comunque no

non ora

non qui

in questo tripudio di follia

sudore

infradito

e magliette sbracciate



*****

non c’è scissione tra politica e vita

come qualcuno sosteneva non esserci

neppure tra vita ed arte

tra arte e vita



quindi

il progetto Zeta 38

non è schizofrenico

come mi è capitato di pensare



solo

coglie ogni aspetto della vita

e lo trasforma in parole



*****

in una domenica delle salme qualsiasi

sbeffeggiavamo

il moto ondoso

dei passanti del corso

e avevamo bisogno dei nostri vicoli

e delle nostre esperienze decentrate



non vivevamo

senza il poetico nel quotidiano

senza una sensibilità diversa

senza la costruzione di alternative



mentre respiravamo

rifiutavamo ad ogni passo

essenze definitive



*****

LES SOIREES PARISIENNES



serate parigine

e appartamenti spagnoli



sono queste le cose

che racchiudono

lo spirito del viaggio

o almeno l’idea di viaggio

che ho in mente



sognare l’incontro casuale

con qualcuno rigorosamente

di un altro paese



sognare di andare

con un’attitudine più di scoperta

che di vacanza



fregarsene

dell’inesorabile scorrere del tempo

perché tanto ogni minuto

è sempre ben speso

se lontano dall’ordinario



*****

L’AVANGUARDIA



l’avanguardia

per quanto passata

ha ancora molto

da insegnare



viva l’avanguardia



l’avanguardia

è superata

dal turbamento post-moderno

e dal disorientamento dei linguaggi



morte all’avanguardia



*****

LA CLASSE OPERAIA NON VA IN PARADISO



vi metto davanti al fatto compiuto

cosicché non possiate negare l’evidenza

la classe operaia

non esiste più



che dire

non ci sono più

le classi di una volta



sussiste il dubbio

che non sia mai esistita



in fabbrica?

solo lavoro volontario

per amore e gloria del padrone



padrone

che parola grossa

oggi si usa dire

datore di lavoro

tutt’al più capo

generosissimo principale



la neve sporca

forma cumuli grigi

sui marciapiedi

e nelle strade



smetterà mai di nevicare?



come mai

come mai

sempre in culo

agli operai?



diciamocelo

in questa società postindustriale

siamo tutti terziarizzati

(o così ci dicono all’università)

siamo tutti un grande ceto medio

i cui confini si confondono con l’orizzonte

in questo crepuscolo da tardo impero

senza tracce di radiosi sol dell’avvenir



la classe operaia

non me la ricordo

e questo mi fa concludere

che la classe operaia

non va in paradiso



e l’aristocrazia operaia

e avanguardia operaia

e l’autonomia operaia

e potere operaio

e l’ala dura

e l’ala creativa del movimento

sono latitanti dai tempi

della marcia dei quarantamila (stronzi)



i metalmeccanici scioperano per il contratto

i metalmeccanici cosa?

chi se li incula più

i metalmeccanici

ma esistono ancora?

i metalmeccosa?

mai sentito questa parola



cosa vuol dire

fare l’operaio?

toyotizziamo

robotizziamo

il taylorismo

è fuori moda

henry ford

è sottoterra da una vita

e di autunni caldi

non ne vediamo da quarant’anni

ultimamente non fa che nevicare



come mai

come mai

i più sfigati

sono operai?



e continua a nevicare



*****

quel che conta

è il senso che si condensa

tra le pieghe della memoria

dopo aver aspirato forte

tra riga e riga



immagina

di vuotarti il panico

piegato in due su una voragine



e sospirare



e pensare

che una città

non sarà mai più la stessa



oggi

l’esistenza

è desolatamente vuota



*****

SINTESI MANIFESTA



trasferite le riflessioni

in righe e a capo

non c’è da pentirsi



genera solo stanchezza

il riempire pagine e pagine

e il sovraffollamento delle parole



si riflette

si ritrova l’ordine del ragionamento

nel disordine

delle connessioni improvvisate

e delle immagini

apparentemente sconnesse



e il resto

è un superfluo esercizio di stile



*****

DICHIARAZIONE A META’



forse “ti amo”

per il momento

è una faccenda

un po’ impegnativa



diciamo che “ti”

e poi si vedrà



*****

undici minuti d’incredulità

e nove di disorientamento



seguiti da una vaga sensazione

poco politicamente corretta

di soddisfazione



e mentre si susseguivano

ipotesi più o meno fantascientifiche

e mentre gli altri

incollavano gli occhi agli schermi

pensavo

che in fin dei conti

se l’erano meritato



CHI SEMINA VENTO

RACCOGLIERÀ TEMPESTA



e quei morti

erano solo

un’infima percentuale

(restituita in maniera catastrofico-hollywoodiana)

dei morti seminati in giro per il mondo

al di là delle fette di salame sugli occhi

dello spettatore-consumatore medio occidentale



ricordo l’insofferenza

verso il circo mediatico di circostanza

prontamente allestito

intorno al golia colpito

che si leccava platealmente le ferite



davvero un’ottima scelta

stare sempre e comunque

dalla parte del più forte



il golia di cui sopra

a telecamere spente

sghignazzava alla faccia dei gonzi

soddisfatto per avere trovato

un pretesto per l’ennesima guerra

e poi per altre ancora

per continuare a spadroneggiare

ma questa volta

con un’inedita

pseudo-legittimità

a coprirgli le spalle

per continuare a trattare

il resto del mondo

come il cortile di casa



(del resto si sa

con l’economia in recessione

non c’è niente di meglio

che sganciare un po’ di bombe

e aumentare gli investimenti

nella già ipertrofica

industria bellica nazionale)



meditate gente

perché han cavalcato l’onda

e noi poveri idioti

(la solita inerte

maggioranza silenziosa)

abbiamo dato loro corda

con cui impiccarci



*****

diffidate delle definizioni di bello

che tanto

sono una fregatura



anzi

diffidate delle definizioni

in generale

che in ogni caso

sbagliano



non ho mai compreso

questa necessità

di appiccicare etichette



m’innervosisce



definire qualcosa

in qualche modo

significa controllarla



manipolarne l’essenza

condizionarne il comportamento



*****

il proletariato

ha smarrito

la sua missione storica?



è ora

è ora

la tv al plasma

a chi lavora



*****

non può piovere per sempre



diceva il compagno X

volto coperto

e pistola in pugno

in quel tumultuoso

e freddo marzo

di ormai quasi

30 anni fa



era la fine

di una stagione

o se preferite

l’inizio di un’epoca plumbea

come una cappa

sulle migliori menti

di quella generazione



i pochi superstiti

oggi

in parte rinnegano

o non vogliono ricordare

qualcuno fa sempre autocritica

e smonta pezzo per pezzo

quei suoi atti

alla ricerca di una spiegazione

per quell’esplosione

per molti aspetti spontanea

(la chiamavano dietrologia?)



fossilizzasi sul passato

fa più male che altro

ma

(lo dice anche il buonsenso)

è sempre utile ragionare

sugli errori commessi



quindi

ancora una volta



non può piovere per sempre



*****

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