di Zeta38
***
M. 4.0
è la scoperta dello stupore
che ti porti dietro
che ti spinge a metterti in moto
eppure
stupendamente in quiete
sembri non renderti conto
del fardello che per me rappresenta
ammettere quanto spesso non basta
ed allo stesso tempo
è istintivo
è banale ripeterlo
ma m’insegni a imparare
in assenza di grave
***
M.
sul treno del ritorno
i ricordi
sono già meno concreti
tuttavia rimangono
mi manchi
è una cosa che brucia
***
M. 2.0
nella quiete appartata
del dopocena
ti penso
sentendomi come
un mollusco senza guscio
inutile dire
che mi manchi
è una cosa che brucia
***
mi piace
il modo in cui mi piaci
perché è diverso
è indicativo
(o almeno mi sembra)
il fatto che di te
(che occupi spesso i miei pensieri)
non riesca a scrivere
***
M’IMPORTA DI TE
la musica
e la scrittura
non bastano
a riempirmi l’attesa
detesto aspettare
e questo stare in ansia
vuol dire solo una cosa
che m’importa di te
***
non mi sono mai soffermato
a scrutare
la complessità del reale
tutto ciò che s’annida
tra una fermata e l’altra
come tra estremi di un segmento
esistono infiniti punti
tutto acquista consistenza a tratti
non m’ero mai soffermato
a osservare
la complessità del reale
***
non ti scriverò
una lettera
stavolta
lo sai
le parole
sono fonte di malintesi
sono a volte fraintese
se vuoi
nella mia stanza
c’è sempre una sedia vuota
e uno spazio libero sulla parete
per appendere una tua fotografia
***
P.
hai la sconcertante capacità di riflettere
le mie fasi mentali
così ondivaghe
e contraddittorie
sei come me
spirito instabile
dai frequenti cambi di rotta
che attraverso il vuoto di questi tempi
naviga a vista
***
SARO’ SERENA
piango sconsolata
mi sento in colpa
scelte da compiere
scelte difficili
scelte che fanno male
***
VACANZA
sono indubbiamente
più tranquillo
e più rilassato
più padrone del mio tempo
e dei miei pensieri
ma veleggio
con velocità di metronomo
verso dove
verso che cosa?
***
il viandante solitario
nel periodo della muta
non trova pace
dimmi che sarà di te
in fondo
così
non mi dispiace
dimmi che sarà di te
nel periodo della muta
ti lascerò piangendo
conserverò di te
solo un ricordo
senza contatto
e presto
non sarai che un nome
e lo spettro di un viaggio
il problema
sono i vortici d’attrazione
intorno a te
hai detto qualcosa?
no scusa pensavo
no nulla veramente
no scusa volevo
son della razza
che resta quaggiù a guardarti
senza poterci fare nulla
mentre t’arrampichi su per gli scogli
mi rassegno
e domani parto
domani ritorno
***
IN SINTESI
il semplice vuole sintesi
e la sintesi cerca di semplificare
è come uccidere
perdere in sintesi
per gonfiarsi di parole pesanti
e di fiacchi esercizi di stile
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento