mercoledì 4 novembre 2009

Stupendamente in quiete

di Zeta38


***

M. 4.0

è la scoperta dello stupore
che ti porti dietro
che ti spinge a metterti in moto

eppure
stupendamente in quiete

sembri non renderti conto
del fardello che per me rappresenta

ammettere quanto spesso non basta
ed allo stesso tempo
è istintivo

è banale ripeterlo
ma m’insegni a imparare

in assenza di grave

***

M.

sul treno del ritorno
i ricordi
sono già meno concreti

tuttavia rimangono

mi manchi
è una cosa che brucia

***

M. 2.0

nella quiete appartata
del dopocena
ti penso
sentendomi come
un mollusco senza guscio

inutile dire
che mi manchi
è una cosa che brucia

***

mi piace
il modo in cui mi piaci
perché è diverso

è indicativo
(o almeno mi sembra)
il fatto che di te
(che occupi spesso i miei pensieri)
non riesca a scrivere

***

M’IMPORTA DI TE

la musica
e la scrittura
non bastano
a riempirmi l’attesa

detesto aspettare
e questo stare in ansia

vuol dire solo una cosa

che m’importa di te

***

non mi sono mai soffermato
a scrutare
la complessità del reale
tutto ciò che s’annida
tra una fermata e l’altra

come tra estremi di un segmento
esistono infiniti punti

tutto acquista consistenza a tratti

non m’ero mai soffermato
a osservare
la complessità del reale

***

non ti scriverò
una lettera
stavolta

lo sai
le parole
sono fonte di malintesi
sono a volte fraintese

se vuoi
nella mia stanza
c’è sempre una sedia vuota
e uno spazio libero sulla parete
per appendere una tua fotografia

***

P.

hai la sconcertante capacità di riflettere
le mie fasi mentali
così ondivaghe
e contraddittorie

sei come me
spirito instabile
dai frequenti cambi di rotta
che attraverso il vuoto di questi tempi
naviga a vista

***

SARO’ SERENA

piango sconsolata

mi sento in colpa

scelte da compiere
scelte difficili
scelte che fanno male

***

VACANZA

sono indubbiamente
più tranquillo
e più rilassato
più padrone del mio tempo
e dei miei pensieri

ma veleggio
con velocità di metronomo
verso dove
verso che cosa?

***

il viandante solitario
nel periodo della muta
non trova pace

dimmi che sarà di te

in fondo
così
non mi dispiace

dimmi che sarà di te
nel periodo della muta

ti lascerò piangendo
conserverò di te
solo un ricordo
senza contatto
e presto
non sarai che un nome
e lo spettro di un viaggio

il problema
sono i vortici d’attrazione
intorno a te

hai detto qualcosa?
no scusa pensavo
no nulla veramente
no scusa volevo

son della razza
che resta quaggiù a guardarti
senza poterci fare nulla
mentre t’arrampichi su per gli scogli

mi rassegno
e domani parto
domani ritorno

***

IN SINTESI

il semplice vuole sintesi
e la sintesi cerca di semplificare

è come uccidere
perdere in sintesi
per gonfiarsi di parole pesanti
e di fiacchi esercizi di stile

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