giovedì 5 novembre 2009

DI DIARIO FRAMMENTI

di Maravinto


Toscana, 1 maggio

Il viaggio. In viaggio. Io con me. Sole. Sola. La bellezza di tutti i posti attraversati mi ha stupito, mi ha riempito in ogni fessura, in ogni crepa.

Montagne.

Colline.

Prati verdi.

Case abbandonate al verde, alla campagna.

Case con mille storie da raccontare e momenti di estasi e tranquillità.

Gustando ogni luogo che attraverso, senza correre via per arrivare alla meta.

Rallentando solo un poco, vedo e mi inebrio di particolari sconosciuti, altrimenti persi per sempre.

Le note di Beethoven mi accompagnano nella salita, nel tratto più stretto e più tortuoso.

Ciò rende la strada più sfaccettata e ricca. Le tante curve offrono un paesaggio diverso appena girato il pendio della collina. La discesa regala momenti distesi e rilassati verso il mare.

E poi ancora qualche decina di chilometri e la meta.

Sì la meta. Il luogo, la casa che sarà la mia meta e il mio rifugio per dieci lunghi giorni.

Da ogni finestra uno spettacolo diverso.

Le colline incorniciano le case attorno, costellate di paesini sui pendii.

Intorno, tanto verde, un po’ curato, un po’ meno. Questa mescolanza lo rende più rappresentativo del connubbio delle abitazioni con la natura, che poco distante mostra la sua esuberanza sulle colline.

Le strade sono un po’ strette. A misura di uomo più che di auto. In meno che non si dica la strada asfaltata lascia spazio allo sterrato, il paese alle case isolate, i canali ai torrenti, le strade cittadine alle viuzze inerpicate su per la collina.

L’aria, la sera, è frizzantina ed in lontananza le prime luci che iniziano ad accendersi dei paesini abbarbicati sui pendii, annunciano che un’altra notte sta per arrivare, che le persiane verranno chiuse e le luci saranno spente. Il riposo ritemprerà gli animi e darà vigore ai fisici stanchi, con la promessa di riaprire all’indomani le finestre e affacciarsi pieni di vita sul panorama rivestito a giorno dal tiepido sole.


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Toscana, 9 maggio

Sono al mare. Sono davanti al mare, davanti a questa distesa d’acqua agitata e senza sosta.

E’ quasi l’ora del tramonto.

Il sole riscalda ancora attraverso i vestiti ma il vento lo rende piacevole. Questa brezza salata mi fa tornare con la memoria a tutte quelle volte che ho sentito il mare, a tutte quelle volte che il mare mi ha incantato. Per arrivare sino a qui, al cospetto di questa meravigliosa massa d’acqua, sono dovuta passare, con molta fatica, oltre le decine di costruzioni che regolano l’accesso al mare e lo celano dietro una cortina di staccionate, cancelli, cabine, ombrelloni e sdraio.

Le stesse costruzioni, tutte uguali, occupano tutto lo spazio, tutta la visuale. Ma, per come mi ricordavo il mare, valeva la pena di tentarci, di oltrepassare gli ostacoli, i monumenti commerciali.. di camminare avanti, verso là infondo, oltre i bar tutti uguali, oltre le cabine tutte uguali, oltre gli ombrelloni tutti uguali.

Alla vista della sabbia, le scarpe diventano improvvisamente pesanti e opprimenti. Devo toglierle subito..

I piedi nella sabbia. Liberi. Ogni passo diventa un momento infinito di benessere. Raggiungo la riva.

E’ come se lo vedessi per la prima volta.

Il respiro si ferma, sento ogni muscolo contrarsi alla vista della sua imponenza. I miei occhi si muovono velocemente come se volessero in pochi attimi registrare ogni movimento, ogni onda, ogni linea disegnata dall’acqua sul bagnasciuga.

Mi siedo sulla sabbia, incantata dalla distesa d’acqua. In ogni istante posso catturare con ogni parte del mio corpo una sensazione diversa. Il vento mi scompiglia dolcemente i capelli, si infila nella trama del maglioncino di cotone, mi accarezza il viso. I raggi del sole si riflettono sulla superficie ondulata del mare. Sotto i piedi la sabbia calda e avvolgente.

Il tempo scorre, lo so, il sole si sta spostando. Non posso staccare gli occhi da tutto ciò che sto vedendo..

Un pescatore fa capolino dal mondo alle mie spalle. Posa sulla sabbia i suoi strumenti. Con flemma e tranquillità posiziona le canne e tutto il resto accuratamente. Sembra muoversi con le onde, come se non ci potesse essere un ritmo diverso da quello del mare al tramonto. Studia attentamente ogni posizione e ogni cambiamento, indugiando a lungo prima del passaggio successivo.

I gabbiani volano a bassa quota, qualche imbarcazione da pesca prende il largo silenziosa e decisa.

Per un attimo penso a ciò che, tutto uguale, ho alle spalle. Ma è solo un attimo.. I sensi riprendono il sopravvento.

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