sabato 7 novembre 2009

FAVOLA DI ULTIMODESIDERIO

di lt


Ciao,
Mi presento: sono Ultimodesiderio.
A dir la verità non è il mio vero nome.
È il mio soprannome.
Il mio nome è troppo lungo e difficile perché voi possiate ricordarlo.
Per questo ho un soprannome, Ultimodesiderio, così ci possiamo capire.
Ma andiamo con ordine.
Come avrete ben capito sono, anzi ero, un desiderio. Più precisamente un ultimo desiderio. L’ultimo desiderio espresso da un uomo che ebbe la fortuna di poterne esprimere due. Ogni tanto capitano queste cose un po’ magiche. Noi desideri guardiamo giù negli infiniti universi, negli infiniti mondi, negli infiniti esseri viventi per cercarne uno che ci esprimerà. Dobbiamo cercare con attenzione, perché se ci sbagliamo l’intero universo correrebbe un rischio enorme.
Allora vi guardiamo dentro, fin nei sentimenti per sapere chi scartare.
Ci sono quelli che vogliono usarci per avere infiniti desideri. Scartati.
Ci sono quelli che hanno solo odio. Scartati.
Ci sono quelli che vivono per il denaro. Scartati.
Ci sono quelli che hanno solo paura. Scartati.
Ci sono quelli che sono solo servili. Scartati.
Ci sono quelli che non hanno bisogno di noi. Scartati.
Ci sono quelli che sono superficiali. Scartati.
Ci sono quelli che non credono in noi. Scartati.
Ci sono quelli che sono troppo attaccati a tutto. Scartati.
Ci sono quelli che non vivono affatto. Scartati.
Noi cerchiamo una categoria particolare, solo quella ci attrae.
Noi cerchiamo gli indecisi. Gli indecisi si lasciano usare facilmente, non creano mai troppi problemi o troppo lavoro. Ma la nostra ultima scelta si è rivelata un errore. L’uomo che avevamo scelto sembrava un lavoretto come tutti gli altri e invece no. È stato perfino più furbo di noi, e non è che sia tanto facile, dopo tutto sono un Desiderio, non uno scherzo.
Ma andiamo con ordine.
Vedete, io e mio fratello, Primodesiderio, avevamo trovato il tizio giusto proprio sulla terra. Dopo averlo osservato per i suoi primi quarantadue anni abbiamo deciso che lui era l’indeciso che faceva al caso nostro. Aveva tutti i sintomi: perdita di capelli, tremore alle mani, alito cattivo, un lavoro noioso e ancora più noia dentro casa.
Perfetto.
E così una notte mentre è fuori di casa ci avviciniamo e gli diciamo chi siamo. Solite storie, siamo due desideri e ci puoi esprimere e chiedere tutto quello che vuoi. Alla notizia naturalmente pensava di aver bevuto un po’ troppo. Ma alla fine si è convinto. È sempre un indeciso, no? Prima ci guarda e ci dice, come tutti, che gli serve tempo per pensare. Va bene, gli diciamo noi, quanto ne vuoi. E lui si siede lì e inizia a pensare. Unica avvertenza: il desiderio è personale.
”Allora potrei chiedere di avere infinito denaro. Ma quando lo spenderò tutto?
Allora potrei chiedere di avere infinito tempo. Ma se poi invecchio che mi importa?
Allora potrei chiedere di avere un’infinita giovinezza. Ma se poi mi stufo?
Allora potrei chiedere di cambiare età ogni volta che voglio. Ma poi come potrei riconoscermi la mattina davanti allo specchio?
Allora potrei chiedere di essere sempre me stesso. Ma a cosa servirebbe se poi non mi piaccio?
Allora potrei chiedere di avere sempre qualcosa da fare. Ma cosa farei da solo?
Allora vorrei chiedere di avere tanti amici. Ma se tanto non so fare nulla?
Allora vorrei chiedere di saper fare tutto. Ma poi cosa imparerei?
Allora vorrei chiedere di passare la vita ad imparare. Ma per andare dove?
Allora vorrei chiedere di andare dovunque. Ma se poi il mondo finisce?
Allora vorrei chiedere di avere un mondo infinito da visitare. Ma a che serve?
Allora vorrei chiedere di essere per sempre amato da mia moglie. Ma se poi non la sopporto?
Allora vorrei chiedere di non annoiarmi mai. Ma poi riuscirei a divertirmi?
Allora vorrei chiedere di divertirmi per sempre. Ma poi riuscirei a pensare?
Allora vorrei chiedere di poter pensare tutta la vita. Ma non mi ingarbuglierò le idee?
Allora vorrei chiedere di avere sempre le idee chiare. Ma non sarà un po’monotono?
Allora vorrei chiedere di avere una vita sempre diversa. Ma riuscirei a decidermi?
Allora vorrei chiedere di saper decidere sempre. Ma non combinerò guai?
Allora vorrei chiedere di non combinar più guai. Ma se non capisco perché faccio quel che faccio, a che serve farlo?
Allora vorrei chiedere di conoscere tutto.
Allora voglio chiedere conoscenza assoluta.”
L’avete capita? La conoscenza assoluta ci è venuto a chiedere. Altro che indeciso. Per l’unica volta nella sua vita che ha deciso qualcosa ci ha fregato. Comunque un desiderio è sempre un desiderio e così lo abbiamo accontentato. Primodesiderio gli si avvicina e gli dice che è un desiderio difficile, di andare a letto, di dormire che la mattina dopo avrebbe avuto conoscenza assoluta. Vedete, l’indeciso voleva la conoscenza assoluta solo per non sbagliare ad esprimere il suo ultimo desiderio. Aveva pensato che conoscendo tutto non avrebbe potuto sbagliare. Così aveva usato il suo primo desiderio per capire tutte le possibilità che gli si prospettavano. Mentre Primodesiderio è al lavoro io penso e ripenso che ci siamo fatti fregare. Possiamo essere esauditi una volta sola, capite? Se il desiderio è sprecato siamo immondizia e se il desiderio è azzeccato, lo stesso. Una vita ingrata. Dopo averci usato ci lasciano da parte come se noi non c’entrassimo nulla con la loro fortuna. No, non è un bel lavoro. Oltretutto è una faticaccia.
Perché?
Perché siamo stati creati con questo scopo. Gli umani non immaginano mai soluzioni semplici.
Sempre dietro a complicarsi la vita.
Ormai è mattina e l’indeciso non ha proprio più la faccia da indeciso.
Primodesiderio è felice, ormai è stato esaudito, può godersi il meritato riposo.
Io invece ho un po’paura.
Sto per essere esaudito. Non mi capita tutti i giorni…
Quell’uomo mi fa paura. Si sveglia e sbadiglia. Si concentra. Si guarda. Guarda attentamente tutto intorno. Mi guarda. E sa il mio nome. Mi si avvicina. Mi sorride:
“Io desidero che tu non esista, Ultimodesiderio.”
Mi ha detto proprio così.
Giuro.

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