di Valeria Bisson
"come scrivi bene stasera"
e si immagina le sue costole sporgenti
"mi lusinghi"
e sorride sotto il vestito
"collezioni girasoli?"
e preme le mani nelle tasche
"no perché?"
e strappa petali immaginari
"sei abbinabile a un fiore"
e avvicina la faccia alla sua
“lo so. Ma sono una margherita"
si liscia la gonna a pieghe
"come parli bene stasera"
e gli occhi diventano famigliari
"mi seduci"
e prende una sigaretta dal pacchetto
"ti stanchi facilmente delle cose?"
e distoglie lo sguardo
"dipende dalle cose. Sono abitudinaria"
e scenera nel portacenere di toulouse lautrec
"non lo sembri"
e tocca distrattamente un piattino sbreccato
"l'abitudine non è mica riconoscibile a colpo d'occhio”
e beve un sorso di birra"fai frasi brevi e concise. Metti un sacco di punti in mezzo"
e avvicina un ginocchio al suo
"te l'ho detto di riflesso che sono una margherita"
e langue sulla sedia
"come gesticoli bene stasera"
e spazza briciole immaginarie
"mi sarebbe sempre piaciuto recitare"
e si spennella il viso con del cerone bianco
"ti vedo con un neo finto vicino all'occhio e guanti bianchi"
e poggia due dita sul mento. L'indice e il medio
"ho sempre pensato a occhi cerchiati di nero più che altro. per appesantire l'espressione"
e cerca di mimare
"come squadri bene stasera"
e piega la testa di lato. Dalla parte sinistra
"come può squadrare una persona curiosa?"
e si sporge in avanti
"si. Ti disegnerei due chiavi di violino attorno alla bocca”
e cammina su un piede solo.
"hai una matita nera? O useresti un pennello?"
e fruga nella borsa
"come apri bene le porte stasera"
e cammina su un piede solo
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